Rassegna Stampa













http://bettirossa.com/2014/02/25/federico-il-bimbo-ucciso-dal-padre-perche-doveva-vederlo-per-forza/

Federico: il bimbo ucciso dal padre perché doveva vederlo (per forza)

federico1okOggi, 25 Febbraio 2014 a Milano a Palazzo Sormani (via Francesco Sforza 7) dalle ore 10.00 alle ore 18.00, si svolge il Convegno "La tutela del minore in ambito protetto", in memoria di Federico Barakat, ucciso nel 2009 dal padre durante un incontro protetto presso i servizi sociali di San Donato Milanese. Il Convegno, organizzato da Antonella Penati, mamma di Federico, ha la collaborazione del Comune di Milano e il patrocinio dell'Ordine dei giornalisti lombardo, e sarà aperto dal Presidente del Consiglio Comunale, Basilio Rizzo, dall'Assessore alle politiche sociali, Pierfranceco Majorino, e avrà l'eccezionale partecipazione di Dario Fo (in basso tutti gli interventi).
E’ un incarico enorme quello che ci viene chiesto come relatori e relatrici oggi a Milano al Convegno “La tutela del minore in ambito protetto” che si svolge a Palazzo Sormani (via Francesco Sforza 7 – ore 10/18). Un incontro dove si parla di quale forma di tutela ci sia in Italia per bambini e bambini, a partire da una storia che non vorremmo mai fosse successa: la morte diFederico Barakat, ucciso a 8 anni dal padre il 25 febbraio del 2009 nelle stanze dei servizi sociali di San Donato Milanese durante un incontro protetto. A ricordarlo oggi, insieme alla mamma Antonella Penati che ha organizzato l’evento con grande forza e impegno, saremo in molti: giornaliste, avvocati, psicologhe, medici, giudici, autorità e istituzioni (vedi locandina sotto), accompagnati dall’eccezionale presenza di Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, che aprirà i lavori insieme alla mamma di Federico.
Organizzato da mesi, questo convegno appare già come peculiare e diverso dagli altri, perché non è un incontro qualunque, ma si svolge sul ricordo di un bambino che oggi poteva essere vivo. Un bambino che ha pagato con la sua vita, e con una morte spaventosa per mano di un padre che con un coltello ha infierito su di lui fino alla fine suicidandosi subito dopo, proprio nel momento in cui doveva essere protetto, ovvero nelle stanze di quei servizi sociali che avrebbero dovuto vigilare gli incontri protetti con il padre – dopo la separazione della coppia e l’intervento del Tribunale dei minori di Milano – in una situazione di pericolo che da più parti era stata già allertata ma mai presa in seria considerazione da nessuna autorità che si occupava del caso. Un uomo che prima di uccidere il figlio, aveva già più volte aggredito fisicamente e minacciato verbalmente Antonella Penati, mandandola in ospedale.
Una responsabilità istituzionale enorme che ancora oggi, malgrado si sia svolto il processo e con una sentenza del ricorso in appello, rivela una serie di inquietanti ombre sia su questo caso che in generale su come si intenda la tutela dei minori in questo Paese che, malgrado le direttive internazionali, continua a considerare i bambini e le bambine cittadini di serie b senza un’autonomia di pensiero e senza un reale diritto, neanche quello a una vita libera dalla violenza e dal rischio di morte. Quello che chiediamo oggi, insieme a Antonella Penati, è che quello che è successo a Federico non debba succedere mai più: anche se abbiamo ancora molti dubbi in proposito.


1 commento:

  1. Toccante, la storia di questo bimbo...
    E penosissimo vedere quanto poco sia stato fatto dall'entrata in vigore della legge sull'affido condiviso in poi (2006).
    Che dire?
    Si faccia quadrato, chi deve!, istituzioni e uomini di potere, tutti!

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